I grandi eventi portano a galla le grandi contraddizioni. Se non in generale vale sicuramente per lo scudetto del Napoli, evento storico per il calcio italiano in cui a dominare i campionati ci sono sempre le “strisciate”, le squadre delle più grandi città del nord Italia. Non saremo i primi – e nemmeno gli ultimi – a parlare della “questione meridionale” nel Calcio, ma è giusto farlo oggi all’indomani della vittoria matematica dello scudetto da parte del Napoli.

Ciò di cui vogliamo parlare non è la palese asimmetria economica tra le squadre del Nord e quelle (poche) del Sud, ma della vergognosa narrazione giornalistica dell’evento.

Sparato un ragazzo durante la festa scudetto

Il rapporto causale tra i fatti pare essere non indispensabile quando si parla di Napoli. O meglio, l’unica cosa che conta è restituire la versione dei fatti più vicina alla visione stereotipata che la stampa italiana ha di Napoli e dei suoi abitanti, quella dei “soliti napoletani”. Il ragazzo è stato ucciso per un agguato di camorra approfittando della confusione della festa scudetto. Una notizia per niente bella, ma non legata ai festeggiamenti in sé. In tutta questa storia non sono da meno le neoelette istituzioni della città: sindaco e prefetto appena trapelata la notizia si sono precipitati a spiegare che le cose non erano correlate e che se il giorno dopo la festa non c’erano notizie reali di catastrofi e calamità è stato grazie alla perfetta gestione dell’ordine pubblico. Nella loro comunicazione non hanno fatto nulla per nascondere che senza di loro avrebbero parlato dei “soliti napoletani” che chissà come e cosa avrebbero combinato per festeggiare! 

Napoli = Reddito di Cittadinanza

Tornando ai giornalisti o presunti tali, mentre Napoli festeggia il traguardo andava in onda su rete4 una trasmissione dal titolo “Napoli vince lo scudetto, ma perde il reddito di cittadinanza”. Sono anni che assistiamo a questa campagna da parte di tutto il panorama politico istituzionale contro i percettori di reddito costantemente descritti come truffaldini e scansafatiche. E quale città si presta meglio a questa narrazione se non Napoli? La povertà, per loro, è una colpa, ricorrere a strumenti di assistenza economica è una vergogna. La sintesi è che tutti speculano su questa città per sputare addosso alla povera gente.

Le cinghiate sul campo di Udine

Al fischio finale c’è la più classica delle invasioni di campo dei vincitori – in questo caso – la tifoseria napoletana. Assieme a loro invadono il campo, dalla parte opposta, anche ultras dell’Udinese. La scena è disgustosa ed è in diretta internazionale, anche se non ripresa da nessuna telecamera: si vedono uomini prendere a cinghiate tifosi napoletani. Il gesto è talmente brutale e senza senso che può essere giustificato solamente con qualcosa di altrettanto assurdo, come il razzismo nei confronti dei napoletani. Anche qui è palese l’asimmetria della narrazione giornalistica: perché non ne hanno parlato? Perché è stato dato spazio solo al ragazzo sparato e non a questo gesto altrettanto vile e vergognoso? 

La somma fa il totale

A questi fatti si aggiungono anche i comunicati minatori nei confronti delle possibili feste napoletane, e le vere e proprie retate repressive. Sono milioni le persone napoletane emigrate per motivi economici, festeggiare è stato un gesto di rivalsa nei confronti di quelle città che le ospitano perché vogliono la loro forza lavoro ma le odiano. Odio che alcune tifoserie non hanno esitato a ribadire.

Crediamo che in tutta Italia vada fatto lo sforzo, da parte di chiunque, di togliersi davanti agli occhi la benda della propaganda giornalistica classista e razzista che vuole trovare sempre un capro espiatorio più debole per alimentare la guerra fra poveri . Bisogna inoltre smettere di cantare Vesuvio erutta e lasciarlo ai napoletani, che lo cantino come monito per tutta l’Italia, a ricordare quanto può essere razzista anche nei confronti degli italiani stessi.

Il Napoli vince lo scudetto e no, non è una questione solo calcistica!

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