IL DERBY DI OGGI

Questo pomeriggio l’Athletic Club proverà a riscattarsi al San Mamés, dopo il 3-0 rifilato ad Anoeta, nel derby d’andata, dalla Real Sociedad. Le due squadre arrivano a questa partita molto bene: l’Athletic quest’anno è imbattuto in casa, avendo totalizzato ben 23 punti sui 27 disponibili e non perde dalla fine di ottobre. La Real è indietro in classifica di 6 punti e ultimamente ha subito un leggero calo, segnando soltanto due reti nelle ultime cinque gare ma avanzando in Copa del Rey – al pari degli zurigorri – e soprattutto vincendo il proprio girone di Champions, davanti ai vice campioni dell’Inter. Diversi saranno gli assenti tra le fila txuri-urdin: Sadiq, Traoré e soprattutto Take Kubo hanno risposto alle convocazioni delle rispettive nazionali, al pari di Inaki Williams per i rojiblancos; Remiro sarà squalificato, André Silva è in forte dubbio e Ali Cho è appena stato ceduto al Nizza. Dopo diversi anni, l’Athletic si presenta dunque con il ruolo di squadra favorita ma si sa, i derby sono sempre del tutto imprevedibili…sotto ogni punto di vista. 

IL DERBY PIU’ IMPORTANTE

Di derby da segnalare tra le due storiche rivali di Euskal Herria ce ne sarebbero un’infinità, ma uno in particolare ha assunto un significato a dir poco storico. E’ il 5 dicembre 1976, e nonostante il dittatore Franco sia morto l’anno precedente, il regime resiste e la repressione è ancora viva. La popolazione basca è stata tra le più vessate dal regime, le scuole di lingua basca (euskara o euskera) sono state chiuse e mostrare simboli anche solo vagamente inneggianti all’indipendentismo è parimenti vietato. Il regime franchista interviene anche nel calcio e nel 1940 obbliga l’Athletic a “castiglianizzare” il suo nome in “Atlético”, al pari del fu Athletic di Madrid, che però scelse di mantenere l’attuale denominazione anche successivamente alla fine della dittatura. L’aria però sta cambiando e Inaxio Kortabarria e José Ángel Iribar, allora capitani rispettivamente di Real e Athletic, decidono di scrivere un pezzettino di storia contemporanea entrando in campo brandendo una ikurriña, la bandiera dei Paesi Baschi per lanciare un messaggio che non lascia spazio ad interpretazioni. Pare, tra l’altro, che sia stata la sorella del calciatore errealista Uranga, detto Trotsky, a cucire personalmente quella ikurrina, introdotta poi non si sa bene come all’interno dello stadio.

IRIBAR E KORTABARRIA

Iribar detto “il pioppo” era una leggenda non solo dell’Athletic (dove militò per quasi vent’anni a cavallo tra gli anni ’60 e ’80) ma anche della nazionale spagnola, detiene il record di presenze coi rojiblancos (addirittura 614) e tutt’oggi è all’interno del club con vari ruoli di rappresentanza. Kortabarria legò anch’egli tutta la sua carriera ad una sola maglia, una quindicina d’anni e accumulando ben 442 partite, risultando uno dei più presenti nella speciale classifica (che vede in prima posizione Alberto Górriz, con ben 599 presenze). Le posizioni indipendentiste e di sinistra dei due giocatori non erano certo un mistero: Iribar appoggiò infatti in più occasioni e apertamente la Izquierda abertzale e non a caso fu praticamente tra i fondatori di Herri Batasuna, considerato un po’ il braccio politico di ETA e col quale si candidò. Anche Kortabarria non mancò di esprimere pubblicamente le sue posizioni politiche, come quando rinunciò a rappresentare la nazionale spagnola, con la quale aveva disputato 4 partite e decise di giocare solo ed esclusivamente per la Euskal Selekzioa , la nazionale dei Paesi Baschi, tutt’ora non riconosciuta dalla FIFA e che quindi è impossibilitata a disputare competizioni ufficiali.

RIVALITA’…

Quello tra Real e Athletic è un derby particolare, storicamente acceso in campo ma dalla grande sportività sugli spalti; non è infatti raro vedere la tifoseria donostiarra e quella bilbaina mescolate tra loro e senza che accada alcunché, cosa che sarebbe impensabile nella maggior parte di altre situazioni simili. Il sentimento basco e anti-castigliano prevale su rivalità secondarie e la storia dei derby è ricca di esempi in tal senso, sebbene i rapporti tra le due dirigenze si siano raffreddati dagli anni ’90 in poi, dopo la conclusione dell’era d’oro del calcio bascio, che vide ben quattro Liga consecutive vinte da queste due formazioni (1980/81 e 1981/82 la Real, Athletic nel biennio successivo), oltre a due Copa del Rey e due Supercoppa di Spagna (equamente divise). Qualche screzio di troppo, come l’accusa di “scippo” mossa dagli txuriurdin quando i rojiblancos decisero di versare in pesetas l’equivalente di tre milioni di euro per l’ancora minorenne Joseba Etxeberria, che divenne una colonna del club e la ferita aperta da questo trasferimento non fu semplice da rimarginare.

…E VICINANZA

Le due tifoserie sono molto legate anche al di là del mero aspetto sportivo: è abituale che dalle parti di San Mamés ci siano tributi per Aitor Zabaleta, il giovane tifoso errealista assassinato esattamente 25 anni fa dai nazisti del “Frente Atlético”, mentre a Donostia-San Sebastian non è raro che si faccia lo stesso per Iñigo Cabacas, tifoso dell’Athletic ucciso senza alcuna ragione da un proiettile di gomma sparato dalla Ertzaintza, la polizia autonoma basca, mentre il giovane festeggiava, in un vicolo vicino alla centralissima Calle María Díaz de Haro, nei pressi dello stadio San Mamés, la vittoria dei biancorossi contro lo Schalke 04 in Europa League. Varie sono state le occasioni in cui le due tifoserie hanno marciato assieme per ricordarli entrambe con un unico e sentitissimo homenaje. Ma a legare le due tifoserie non sono solo l’orgoglio basco e l’antifascismo ma anche il supporto alla causa palestinese come dimostrato recentemente quando entrambe le tifoserie – in diverse occasioni – hanno colorato i gradoni dei rispettivi stadi con bandiere e striscioni a supporto della popolazione di Gaza per denunciare il genocidio in atto ma anche per mettere in risalto le responsabilità dell’Occidente che ha le mani sporche del sangue della popolazione palestinese al pari di Israele. 

Un derby che, insomma, non potrà mai essere una partita come le altre…

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